Lo scenario dell'Internet of Things (IoT) per aumentare le vendite sia negli ecommerce che negli store fisici...
Pubblicato in Innovazione · 20 Luglio 2022
Internet of Things (IoT) è un concetto che risale alla fine del ventesimo secolo e si riferisce alla rete di oggetti connessi tramite internet che sono in grado di comunicare tra di loro.Pensiamo ai pagamenti con smartwatch e POS, ma anche tra oggetti senza necessariamente un intervento umano, come nel caso dei frigoriferi intelligenti che riordinano automaticamente i prodotti in esaurimento al suo interno, giusto per citare alcuni esempi di applicazione dell’IoT.
L’internet delle cose è e sarà sempre più centrale nel nostro quotidiano, come abbiamo analizzato anche nell’articolo sull’evoluzione del web 3.0 e della finanza decentralizzata, ma quali sono i dati aggiornati in questo ambito, in Italia e nel mondo, e le opportunità offerte ad Ecommerce e vendite in-store?
Secondo dati pubblicati da Statista, entro il 2023 gli investimenti in questo ambito raggiungeranno 1,1 miliardi di dollari nel mondo. È l’area Asia-Pacifico a guidare la classifica delle regioni con gli investimenti maggiori, seguita da Nord America e Europa che, a gennaio 2022, contava oltre 3.500 aziende focalizzate sull’IoT, per un totale di quasi 8 miliardi di dollari di finanziamenti raccolti.
La fiducia delle aziende è giustificata non solo dai benefici che queste tecnologie possono portare ai processi interni ma anche dall’interesse crescente dei consumatori nei confronti degli smart device. Una statistica pubblicata a giugno del 2021, mostra una spesa crescente in tecnologia riconducibile alle smart home (es. smart speaker, robot domestici per la pulizia, ecc.) che dai 121 miliardi di dollari del 2021 aumenterà fino a raggiungere i 173 miliardi di dollari entro il 2025.
Come evidenziato da un recente rapporto dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, dopo una lieve flessione registrata nel primo anno di pandemia (-3%), che ha interessato anche il resto del mondo, nel 2021 il mercato dell’IoT italiano ha ricominciato a crescere, arrivando a toccare i 7,3 miliardi di euro (+22% rispetto al 2020) e facendo registrare un totale di 111 milioni di connessioni IoT attive (circa 1,8 per abitante).
Sempre secondo l’Osservatorio Internet of Things, alla fine del 2021 si potevano contare 37 milioni di connessioni IoT cellulari (+9% rispetto al 2020) e 74 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+25%). Sono proprio le applicazioni che si sono avvalse di connessioni diverse da quelle cellulari ad essere cresciute di più, raggiungendo volumi pari a 3,9 miliardi di euro, ossia il 30% in più rispetto all’anno precedente.
Le soluzioni che integrano tecnologie IoT stanno rivoluzionando tutto il processo di gestione degli ordini di commercio elettronico. Dalla logistica alla relazione con il cliente, gli ambiti di applicazione sono molti e sempre più sofisticati.
La comunicazione tra i dispositivi contribuisce a ridurre i tempi di gestione degli ordini, monitorando automaticamente l’inventario, la localizzazione dei prodotti e le rimanenze a magazzino. In questo modo molte della attività manuali di gestione del magazzino diventano superflue, offrendo l’opportunità ai merchant di dedicare più tempo alle vendite o a iniziative a maggior valore aggiunto.
Inoltre, la gestione automatica dei processi di logistica riduce drasticamente il rischio di errore in fase di elaborazione degli ordini: ottimizzando la qualità dei dati si riducono le dispersioni di risorse e di tempo.
Non solo, grazie all’analisi dei dati raccolti tramite sensori e tag RFID, tecnologia in uso anche nell’ambito dei pagamenti, è possibile impostare campagne di marketing automation più puntuali. L’implementazione di piattaforme in grado di elaborare i dati acquisiti tramite questi dispositivi offre l’opportunità, per esempio, di creare promozioni dedicate a nicchie specifiche di clienti o su categorie definite di prodotti.
Il tracciamento tempestivo del magazzino e l’integrazione con le piattaforme di marketing dell’azienda (es. CRM, e-mail builder, social media, ecc), oltre a ridurre costi ed errori riducendo i tempi di gestione ed evitando la perdita di vendite potenziali, possono incrementare il fatturato proponendo nel momento più idoneo prodotti alla clientela in target.
Il termine responsive è sempre stato associato alla capacità di un sito, vetrina o Ecommerce, di adattarsi al dispositivo utilizzato dall’utente. Tipicamente un sito viene definito responsive se è in grado, per esempio, di adattarsi agli smartphone, sempre più utilizzati anche per gli acquisti online.
Con l’avvento dei device intelligenti, come smartwatch o smart speaker, essere in grado di offrire un’esperienza ottimale di acquisto e pagamento anche su questi dispositivi può diventare un elemento differenziante e strategico. Quindi, la capacità di un Ecommerce di gestire ordini su nuove piattaforme in cui l’interazione non è più solo utente-sito tramite di browser o app ma, potenzialmente, anche device-device mediante API – pensiamo ad esempio al frigorifero che ordina in automatico determinati prodotti alla scadenza o una volta terminati – può incrementare considerevolmente il fatturato.
L’integrazione di piattaforme e strumenti in grado di dialogare tra loro e con le piattaforme aziendali, da quelle per la gestione della logistica agli strumenti di marketing, possono contribuire anche al miglioramento dell’esperienza di acquisto del cliente.
L’insieme di questi elementi, l’analisi dettagliata dei dati e la velocizzazione dei tempi per processare gli ordini aumentano la fidelizzazione dei clienti, sempre più esigenti e alla ricerca di customer experience personalizzate e multi-canale.
Quanto approfondito è applicabile anche al mondo degli acquisti in-store. La penetrazione di elementi digitali anche nei punti vendita infatti è ormai prassi, soprattutto dall’avvento del concetto di omnicanalità che sta riducendo le distanze tra Ecommerce e retail offline.
L’esperienza nel negozio fisico può beneficiare di tecnologie basate su RFID come i beacon, ossia piccoli dispositivi che grazie a connessioni wireless BLE (Bluetooth Low Energy) comunicano costantemente con gli smartphone dei clienti, raccogliendo dati (sempre nel rispetto dei consensi privacy) e offrendo percorsi d’acquisto e di pagamento arricchiti.
I casi d’uso in questo ambito sono molti e spaziano dalla possibilità di proporre offerte personalizzate, per esempio all’accesso del cliente in negozio, a quella di concludere il pagamento della merce in automatico, semplicemente tracciando la sua uscita dallo store, offrendo un’esperienza di pagamento totalmente frictionless.
